Fatti e misfatti durante la riapertura e chiusura del Caso Tenco ( 2005-2006-2009 )

4 Articoli molto interessanti di Aldo Fegatelli Colonna

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  1. luigitenco60s
     
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    CASO TENCO ™ULTIMO ROUND™



    LE 5 PROVE DELL'OMICIDIO DI LUIGI TENCO: https://luigitenco60s.forumfree.it/?t=26753305

    IN DATA 30 SETTEMBRE 2008, LA VERDE ISOLA DI LUIGI TENCO HA PUBBLICATO LA CANZONE "INEDITA" DAL TITOLO "LA BALLATA DEL TENCHIANO", una canzone di protesta che denuncia l'ingiustizia di aver fatto passare Luigi Tenco come un uomo triste, depresso, impasticcato e suicida. Luigi amava la vita e voleva vivere. LA BALLATA DEL TENCHIANO si puo' ascoltare gratuitamente cliccando sul seguente link:

    www.luigitenco60s.it/ballatadeltenchiano.html


    Il 20 gennaio 2009, Luigi Tenco 60's - La verde isola, è scesa in campo "CON UNA PROTESTA" . Chiediamo, vogliamo ed esigiamo giustizia!. SOSTIENI ANCHE TU LA NOSTRA BATTAGLIA che al momento è appoggiata da oltre 50000 italiani: www.facebook.com/casotenco

    IN DATA 11 GIUGNO 2009, IL PARTITO DELL'ALLEANZA, RIGUARDO L'OMICIDIO DI LUIGI TENCO, HA INVIATO UN ESPOSTO AL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA, AL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA ON. ALFANO, AL CONSIGLIO DEI MINISTRI.
    Qui potete leggere l'esposto in versione integrale: http://luigitenco60s.forumfree.net/?t=40224493

    NEWS DELL'ULTIMA ORA: IN DATA 28 SETTEMBRE 2009, IL DOTT. SANTE PISANI, segretario Politico del PDA ed il DOTT. DOMENICO SCAMPUDDU, responsabile Nazionale del dipartimento delle politiche abitative dell' UDEUR, hanno inviato una seconda lettera esposto indirizzata a:

    Al S.E. il Presidente della Repubblica
    Al Consiglio Dei Ministri
    All’On. Presidente del Consiglio
    All’On. Ministro Angelino Alfano
    Al Consiglio Superiore della Magistratura

    E p.c.
    Al Cancelliere della Corte europea dei Diritti dell’Uomo
    Consiglio D’Europa
    F-67075 Strasburgo cedex



    Per leggere il 2° Esposto: http://luigitenco60s.forumfree.net/?t=43056619

    LA SEZIONE GENERALE PER "L'APPROFONDIMENTO" E I "CONTORNI" DEL CASO TENCO SI TROVANO QUI: http://luigitenco60s.forumfree.net/?f=2857800

    IL MOVENTE DELL'OMICIDIO DI LUIGI TENCO:

    1 PARTE - http://luigitenco60s.forumfree.net/?t=16199448 ( MOVENTE: ARGENTINA / IL DEPISTAGGIO DELL'AVVOCATO DI SADDAM HUSSEIN )
    2 PARTE: http://luigitenco60s.forumfree.net/?t=39518567 ( MOVENTE: ARGENTINA / L'OMICIDIO POLITICO DI LUIGI TENCO DA PARTE DI P2, SIFAR E CLAN DEI MARSIGLIESI )


    LA CONFESSIONE DI ARRIGO MOLINARI, COMMISSARIO CHE CONDUSSE LE INDAGINI AL MICROFONO DI PAOLO BONOLIS A DOMENICA IN

    FRANCESCO DE GREGORI - FESTIVAL: LA VERITA' SULLA MORTE DI LUIGI TENCO NASCOSTA IN CODICE ALL'INTERNO DELLA SUA CANZONE

    L'ARTICOLO VERGOGNOSO DEL CRIMINOLOGO PICOZZI RIGUARDO LE 5 PROVE DELL'OMICIDIO APPARSO SUL SETTIMANALE OGGI DEL 16 SETTEMBRE 2009

    LA VERDAD EN español SOBRE LA MUERTE DE LUIGI TENCO

    E FATE "TESORO" DELLE PAROLE DI TENCO: "E SE CI DIRANNO....NOI RISPONDEREMO NO".

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    NEGLIGENZA..... INDAGINI FATTE MALE.....FRETTA DEL FESTIVAL...



    appellonascosto


    GRAZIE


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    Qualcuno di voi si è avvicinato soltanto ultimamente alla vicenda riguardante la morte del cantautore Luigi Tenco e ancora non gli è ben chiaro come mai si continui a portare avanti la tesi dell'omicidio e del complotto nonostante la verità ufficiale parli di suicidio "da manuale" ( mica tanto ), cosi ho pensato di raggruppare in questo post 4 articoli di Aldo Fegatelli Colonna datati 16 Febbraio 2006 / 25 Febbraio 2006 / 3 Agosto 2006 / Gennaio 2007 che parlano a caldo ( i primi 2 ) di quello che è stato fatto durante la riapertura delle indagini ( e qui ci sarebbero molte cose da dire ), nel terzo si parla della conferenza stampa del Pm e della decisione di chiudere il Caso ed archiviarlo come suicidio ( il caso verrà archiviato nel Gennaio 2009 ), nel 4° ed ultimo articolo le indagini "private" dello scrittore e biografo di Tenco Aldo Fegatelli Colonna sembrano intraprendere un interessante direzione.
    Buona lettura.

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    Da "Il Manifesto" 16 Febbraio 2006

    Caso Tenco, il colpo non c'è
    Riesumata la salma del cantante, non trovato il proiettile. Ed è giallo. Il pm: fu suicidio
    «Ma per noi non è risolto» I legali della famiglia e gli autori dell'inchiesta che ha fatto riaprire la vicenda insistono: troppe stranezze, indagini da proseguire
    ALESSANDRA FAVA
    GENOVA


    Fossimo in India, invece di interessarci al proiettile mancante intesseremmo una fantastica leggenda: il corpo di un cantautore morto giovane e infelice, forse suicida, alla vigilia di una vita che gli avrebbe regalato grandissimi successi, viene trovato a distanza di quasi 40 anni praticamente intatto. Come quello di un babaji. Invece siccome siamo in Italia e il proiettile non c'è, il procuratore di Sanremo che conduce le indagini, Mariano Gagliano, già ieri sera ha detto che «il caso Tenco è definitivamente chiuso. Gli accertamenti confermano che è suicidio». Eppure contro ogni razionalità il giallo continua: «Adesso cercheremo a Sanremo dove sia il proiettile, probabilmente è finito in qualche ufficio», ha detto Gagliano. E' accaduto che ieri è stata riesumata la salma di Luigi Tenco, il cantante trovato cadavere nella stanza 219 della dependance dell'hotel Savoy il 27 gennaio del 1967, durante il festival di Sanremo al quale partecipava con la cantante Dalida. Il corpo tumulato nel cimitero di Ricaldone, in provincia di Alessandria, è stato riportato alla luce da una ventina di esperti, compresi gli Ert (Esperti ricerca tracce) della direzione anticrimine della polizia, per finire sul tavolo autoptico dell'ospedale di Acqui Terme, dove è arrivato solo un po' smagrito, ma intatto: «E' un miracolo - hanno esclamato Silvio Romanelli, il legale della famiglia - sembra un corpo inumato cinque o sei mesi fa. Per il resto mi sembra che stiamo brancolando nel buio. La famiglia non era contenta prima e lo è ancora meno oggi. Visto che si è fatta questa indagine, speravano almeno di trovare il proiettile. E invece niente».

    Quel proiettile allora non fu trovato, quasi non fosse stato mai cercato neppure nella stanza 219. Secondo tre giornalisti, Aldo Fegatelli Colonna (che ha scritto su Tenco tre autobiografie), Marco Buttazzi e Andrea Pomati, le indagini furono fatte allora in modo molto approssimativo e frettoloso, senza alcun esame balistico né un'autopsia. Per questo hanno ottenuto la riapertura del fascicolo delle indagini da parte della procura di Sanremo. «Col corpo intatto ci devono dire un sacco di cose - insiste Aldo Fegatelli Colonna, 57 anni, giornalista, che ha preferito restare a Roma - Prima di tutto faranno dei rilievi alla manica della giacca e alla mano con il guanto di paraffina: le particelle di bario, antimonio e piombo restano attaccate anche per 100 anni. Dai fori, stando alle indiscrezioni, sembra che si sia sparato quanto meno in modo rocambolesco, mentre quando uno si suicida non spara dritto?». I tre giornalisti sono infatti convinti che Tenco non si sia suicidato per niente, ma sia stato ucciso da qualcuno. Ad esempio, dall'ex marito di Dalida.

    La cantante francese, nata in Egitto ma di origini italiane, vissuta in Francia, giovane, bella e già famosa, con Tenco presentava proprio a quel Festival sanremese «Ciao amore ciao» e con lui aveva una relazione, troncata (sembra) proprio durante la rassegna canora. Secondo i tre giornalisti sarebbe stato Lucien Morisse, così si chiamava l'ex della Dalida, a far fuori Tenco. La prova? Si uccise un mese dopo, proprio con il tipo di pistola che Tenco aveva acquistato un anno prima di morire, una Walter Ppk 7,65, quella ritrovata accanto al cadavere del cantante. «Anche senza proiettile - dice ora Colonna - possono fare quattro rilevazioni: calibro, angolazione, velocità e distanza, in base ai fori di entrata ed uscita. Allora non fecero nulla. E' per questo che ci siamo incaponiti. Anche perché la 7,65 produce uno shock idrodinamico che spappola le ossa e invece nelle foto sembra che Tenco dormisse». «Comunque, visto che non c'è il proiettile, altre indagini, come quella del guanto di paraffina, possono dare risultati incerti a distanza di così tanto tempo», ha concluso l'avvocato della famiglia. «Ci aspettiamo la verità», insiste invece Colonna. Ma chi potrebbe essere interessato a quarant'anni di distanza a non farla emergere? «Persone vicine a Tenco ancora viventi - dice Colonna - Non posso fare i nomi» Il mistero continua. E a noi non resta che aspettare fischiettando «Se stasera sono qui».

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    Articolo tratto da "Il Messaggero" del 25 Febbraio 2006

    LUIGI TENCO: TANTO RUMORE INTORNO ALLA RIAPERTURA DELL'INCHIESTA ( E DELLA TOMBA ) DEL CANTANTE, E POI UNA CONCLUSIONE FRETTOLOSA ( "FU SUICIDIO" ) CHE NON CONVINCE AFFATTO. E ANZI RAFFORZA I DUBBI

    40 ANNI DOPO. NOTIZIE DAGLI SCAVI
    di Aldo Fegatelli Colonna

    Il sarcofago riemerge dalla tomba intatto. E' una cassa massiccia, dal grande spessore, istoriata in modo barocco e desueto, quasi egizia. Verrà aperta in camera peritale ed offrirà uno spettacolo inusitato: il Piccolo Principe è integro, sembra dormiente, con le mani poggiate nell'incavo dell'inguine, l'enorme fasciatura in garza che cercò di trattenere lo scempio a mo' di turbante, con lo stesso vestito che indossava poche ore prima, gia' allora un po' demode', a quattro bottoni, un gessato modesto.

    Lo stato di conservazione è eccellente e sull'interpretazione dei segni ognuno puo' sbizzarrirsi come vuole. Il credente griderà al miracolo, l'uomo che insegue il sogno, che il Principe si sia mantenuto incorrotto per questo appuntamento, ostia consacrata per l'introibo ad altare dei. Ma il sacro è assente da questo sanctasanctorum.

    Passano poche ore e il procuratore della Repubblica Mariano Gagliano asserisce che si tratta inequivocabilmente di suicidio: "il caso è definitivamente chiuso".
    Strano. Un investigatore parla solitamente solo alla fine di un'inchiesta. Gagliano è uomo attento, prudente. Ha impiegato tre anni dalla presentazione della denuncia per decidersi e, a piu' riprese, ha imposto giustamente la consegna del silenzio. Ma l'esame autoptico non è ancora finito che abbiamo già l'habemus papam.

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    Un eccentrico visone


    La dottoressa Vincenza Liviero, medico legale della Polizia di Stato, si presenta al cimitero di Ricaldone intabarrata da un visone cavigliare e durante le operazioni di estumulazione non fara' altro che fumare nervosamente. L'acconciatura vaporosa esalta i tratti di una bellezza non ancora sfiorita. Alcuni stigmatizzano l'entrata plateale, altri penseranno tra se' e se' ad una nota di eccentrico colore in una giornata che definire plumbea è eufemistico.

    E' conosciuta come persona riservata, abbottonata, restia a comparire. Eppure batterà sul tempo il Procuratore, facendo una rapida sortita verso le 16:30 per dire: "Non ci sono elementi che contrastino l'ipotesi del suicidio. Le modalità sono da manuale". Strano modo di esporsi anche perchè, contrariamente a quanto abbiamo letto, è Tajana l'incaricato, il "number one", e non l'assistente della signora.

    E a codesta, al di là di ogni annotazione di costume, andrebbe ricordato che è UN PUBBLICO UFFICIALE ED E' TENUTA AL SEGRETO ISTRUTTORIO.

    L'ipse dixit fa dubitare allora dell'utilità di indagini suppletive il cui deposito è previsto tra 90 giorni. Se è già tutto chiaro si potrebbero risparmiare tempo e denaro. Ma sopprattutto, tutta questa fretta a chi giova? Va reso onore all'incaricato della procura, professor Luca Tajana del dipartimento di medicina legale dell' Universita' di Pavia, assistito da Roberto Omodeo Zorini e dal professor Renzo Celesti, direttore del dipartimento di medicina legale dell'università di Genova, che hanno rilasciato dichiarazioni misurate e adeguate al ruolo.

    Si è parlato di compatibillità con l'arma di Tenco: è stato rilevato che il foro d'entrata ha una misura di poco superiore ai 7mm ( il calibro di una Walther PPK 7,65 è esattamente di 7,7 mm ); il foro d'uscita è di gran lunga piu' grande e si presenta in modo insolitamente frastagliato. Ma sappiamo per certo che il proiettile che ha perforato la testa di Tenco non c'e' ed e' impossibile, in sua assenza, fare prove comparative con la pistola di Luigi. C'est a dire: non sapremo mai se la famigerata Walther Ppk 7,65 quella notte sparo'. Ed è un dato incontrovertibile. Non solo: sappiamo come un fantasma si aggirasse quella notte per le stanze del Savoy, rispondente al nome di Lucien Morisse, che deteneva una pistola dello stesso, identico modello e che avrebbe tempo dopo, con la medesima, tolto il disturbo.

    Quindi la presenza inequivocabile di un foro d'ingresso e di uno d'uscita stanno a certificare che Tenco mori' per un colpo d'arma da fuoco che gli trapasso' il cranio, ma non e' provato che fosse la sua pistola a fare filotto, ne e' provato, ancorchè probabile, il suicidio. Almeno al momento di andare in stampa.

    Si dimentica o si preferisce far dimenticare che nel 67 erano in vendita almeno cinque pistole con calibro 7,65:
    - la Walther
    - L'Astra ( Spagnola, ed era la pistola impugnata da Tejero nel tentativo di golpe dell'81 )
    - La Star
    - La Mauser
    - ......
    E NEANCHE A FARLO APPOSTA LA BERETTA!!!!!!!!

    [/B]E' stato accertato inoltre che non è stato rilevato tra l'indice e il pollice della mano destra di Tenco, "il segno di Felc" ( la ricerca dei cosiddetti effetti secondari macroscopici come la bruciatura, l'affumicatura e il tatuaggio ) facilmente rintracciabile ancora oggi in virtu' dello stato di conservazione del corpo.E SE NON C'E', NON C'ERA !!!!!!

    Altamente improbabile che quella mano fosse armata!

    A questo punto se il test di Gonzales ( il guanto di paraffina ) darà esito negativo e cioè se saranno assenti dalla mano destra residui di piombo, bario e antimonio, allora sarà davvero impervia la strada dell'ipotesi suicidaria. Ma non basta: la composizione delle polveri varia a seconda della casa costruttrice e se tali residui verranno rilevati dovranno essere riconducibili direttamente alla fabbrica di munizioni "FIOCCHI", chè questa era la marca di munizioni che Tenco aveva acquistato a Roma insieme alla pistola.

    Si è comunque partiti con il piede sbagliato. A Tajana, che è professionista di rango, sono stati affidati STRUMENTI OTTOCENTESCHI: lo scalottamento in toto con incisione della cute in circolo ovvero la sezione del cranio continua, con la misurazione del tramite con lo specillo, sono strumenti artigianali. [B]Nessuno ha pensato di avvalersi di una Tac volumetrica ad alta risoluzione, con annesse ricostruzioni e rielaborazioni in 3D. E' stato il sistema per apprurare con precisione le modalita' della morte di Carlo Giuliani durante il G8, ma non solo: è stato lo strumento che ha consentito un'accurata ricostruzione degli eventi correlati alla morte dell'uomo di Similaun.


    Non ci scandalizza che la verita' possa portare alla pista del suicidio. Abbiamo lavorato per la verita' quale che fosse, anche a rischio del dileggio di chi ci voleva cacciatori di taglie ( leggi scoop ). Ma i dubbi, quelli veri, non sono stati fugati.

    LA POLIZIA DISSE CHE IL CORPO DI TENCO FU RINVENUTO SU UN PAVIMENTO DI PARQUET E, ALLORA POCHE STORIE!!! TENCO MORI' IN UNA STANZA DIVERSA DALLA SUA E RIPORTATO NELLA 219 SOLO SUCCESSIVAMENTE. Mino Durand, giornalista allora in carica al "Corriere della Sera", disse a piu' riprese di aver rinvenuto nella stanza una BERETTA. Durand è stato professionista di rara onestà intellettuale, come Sandro Ciotti per intenderci ( scusate se e' poco ): il quale insonne, non udi alcuna detonazione!!

    Non ho mai dubitato della loro parola e allora: GIU' LE MANI DAL BANCO!!! Oggi sappiamo con certezza che quella Beretta era presente sulla scena del delitto e fu fatta sparire. Paolo Dossena, un galantuomo, fu l'unico ad aver visto il profilo sinistro di Tenco che RISULTO' PULITO, SENZA TRACCE DI SANGUE. Strano che un foro d'uscita non provochi versamenti!!!

    Borelli, il medico condotto che certifico' la morte disse che il "colpo fu sparato a brevissima distanza". Il tramite ( la distanza dal foro d'entrata a quello d'uscita ) ha una direzione obliqua dal basso verso l'alto. E allora se non ci scandalizziamo dell'eventualità che Tenco possa essersi davvero suicidato, c'e' qualcuno che puo' scandalizzarsi se un'altra persona presente nella stanza in cui Tenco mori' [/U](e non la 219 quindi ), magari di bassa statura, gli sparò a bruciapelo con la propria pistola o, al limite con la sua?

    La letteratura di medicina legale è piena di omicidi camuffati da suicidio. Oggi i dubbi che avevamo allora divengono certezza: dolo e depistaggio furono confusi per IMPERIZIA E PRESSAPOCHISMO!!!!

    Il cosiddetto biglietto d'addio recitava fra l'altro: "spero che serva a chiarire le idee a qualcuno". La nebbia invece sembra non diradarsi, se ravvisiamo nella notizia data in modo intempestivo una voglia di chiudere subito, una volte per tutte, perche' il proiettile che abbiamo cercato noi per anni, senza fortuna ( e non si capisce perche' debba essere trovato proprio adesso... ) non si trova.
    Ed ecco, improvvisa, una rivelazione di quelle che dovrebbero far vergognare chi conosce ancora vergogna....

    ..reperti venduti e regalati

    Apprendiamo solo ora che nel lontano 68, a un anno di distanza dalla morte di Luigi, il tribunale di Sanremo vendette i reperti della scena criminis. E' tale Renzo Del Monte ad acquistare all'asta per 1000 lire di allora l'intera scatola di cui, asserisce, conoscera' il contenuto solo rientrato a casa. FALSO ANCHE QUESTO. In sede d'asta la consistenza dei lotti viene dichiarata e Del Monte, con regolare porto d'armi fu attratto piu' che altro dalle munizioni. Va precisato che, allora un privato con regolare autorizzazione poteva acquistare munizioni in numero inferiore alle 20 unita' senza necessita' di denunciarle alla polizia. La "golden box" contiene infatti:

    - il caricatore originale della Walther PPK 7,65 compelta di 6 proiettili e con molla d'armamento ( la pistola riconsegnata alla famiglia sara' corredata invece del caricatore di riserva vuoto );
    - una scatola con 12 cartucce FIOCCHI;
    - il tiro a bersaglio;
    - il libretto di istruzioni;
    - la scatola di tranquillanti di cui Tenco faceva uso;
    - la denuncia autografata fatta ai carabinieri di Recco di detenzione dell'arma acquistata a Roma in via Bussolati.....e udite udite......UN BOSSOLO ESPLOSO!!!

    Del Monte, che appare come il classico frequentatore di aste, non mostra interesse per gli oggetti. In verità mostra - al pari della polizia - scarsa sensibilità: quegli oggetti, una volta chiusa L'INCHIESTA-FARSA del commissario MOLINARI-CLOSEAU, appartengono di diritto alla famiglia, e passi per le munizioni, ma la scatoletta di farmaci e lo scritto autografo appartenevano al DOLORE IN CUI PIOMBARONO IL FRATELLO E LA MADRE. Dolore a parte. Del Monte regalerà letteralmente gli oggetti a un tale Lino Ligato, aficionado del Club Tenco da poco costituito, gestore del night "Il Pipistrello" dove finivano la serata i primi tempi, gli artisti della manifestazione.

    Enrico De Angelis, anima del club, lo ricorda bene ma ne ha perso le tracce da una trentina d'anni. IN VERITA' SEMBRA CHE VIVA SEMPRE A SANREMO, DOVE FU AVVISTATO UN ANNO FA IN UN BAR, PARE IN CONDIZIONI PSICHICHE INSTABILI, PIU' RECENTEMENTE QUALCUNO LO HA INCROCIATO NELLE VESTI DI UN "CLOCHARD SENZA FISSA DIMORA".

    Noi aspettiamo di leggere i resoconti dell'indagine autoptica-peritale con impazienza. Solo allora metteremo la parola fine ( sperando per i periti che la pallottola vagante faccia ritorno nel frattempo nel fantomatico cassetto che l'ospitava ) o seguiremo altre strade!! Sperando che non ci ammanniscano verità da allevamento, che non ci parlino ancora di crocefissi laici.

    Aldo Fegatelli Colonna

    Al prossimo TG
    Giuseppe



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    TG TENCO - 3 AGOSTO 2006 - ( Fonte il Manifesto ), articolo di Aldo Fegatelli Colonna:

    Si è svolta ieri la conferenza-stampa del procuratore capo di Sanremo Mariano Gagliano su quello che si può definire l'affaire Tenco. L' inchiesta è chiusa, ha dichiarato il procuratore, e i risultati confermano la tesi del suicidio. L'archiviazione del caso sancirà la conferma di "quella" verità.

    Dopo la riapertura dell' inchiesta, quattro anni fa, in seguito all'esposto che chiedeva di indagare se quello di Luigi Tenco nel 1967 fosse stato davvero un suicidio, il procuratore aveva affidato l'incarico - anche se in via ufficiosa - al professor Cavenago, docente di balistica forense e responsabile del Centro di Balistica forense dell' Istituto di medicina legale di Genova ( caso Bilancia, caso Profeta, tutti indistintamente i casi di terrorismo, da Moro a Rossa ).

    Tale volontà si rafforzò nei mesi a seguire a tal punto che Cavenago si vide costretto per questo motivo a rifiutare l'incarico di consulente di parte offerto dagli eredi. Poi, stranamente, Gagliano annunciò il conferimento dell'incarico, in toto, al Ris di Parma. Poi, quasi con un "coup de theatre", alla fine l'incarico andò all' Ert di Roma.

    Era stata la polizia di stato - si disse - quarant'anni prima a combinare il pasticcio, era giusto che fosse la polizia medesima a ripararne i guasti. Il procuratore offrì pure, al di là dei dettami della giurisprudenza vigente, ai denuncianti, di essere presenti con un proprio perito, ma poi non se ne fece niente.

    Si cerca ora di far passare come positivo nelle conclusioni delle indagini, il guanto di paraffina semplicemente perchè sono state riscontrate sulla mano destra di Tenco particelle di antimonio.

    Luzi, perito balistico dell' ERT, dimostrà così di non conoscere lo studio del professor Alberto Brandone, chimico emerito dell' Università di Pavia ( " La rivelazione dei residui dello sparo e problematiche connesse " ) IL QUALE HA STABILITO CHE PER DARE POSITIVITA' AD UN GUANTO DI PARAFFINA E' NECESSARIO CHE SIANO PRESENTI ALMENO 2 DEI 3 COMPONENTI DEI RESIDUI DELLA POLVERE DI SPARO ( GUN SHOT RESIDUES ): ANTIMONIO APPUNTO, BARIO E PIOMBO.

    L'antimonio è un nitrato presente, ad esempio, quotidianamente sulle mani di un benzinaio. Da ciò è facilmente deducibile che la MANO DI TENCO non sparò in quel frangente.
    Le particelle di antimonio possono essere finite sulla sua mano per "caduta" o per "proiezione" o, più semplicemente, perchè Tenco quella notte, prima di tornare in albergo, fece benzina.

    Inoltre, gli esami di colorimetria e spettrofotometria computerizzati eseguiti sulle foto del cadavere a terra ( nel 1967 ) hanno dato esito negativo.

    Ricordiamo che in un suicida, il segno di FELC, comune in casi analoghi, può tuttavia qualche volta non essere presente mentre è sempre presente la microspruzzatura di sangue individuabile fra il pollice e l'indice.

    Il forame d'ingresso e ovalizzato nella parte alta, indica l'ingresso del proiettile in posizione angolata da destra verso sinistra; il proiettile non è pervenuto al primo impatto in perfetta direzionalità rispetto alla punta centrale dell' ogiva il che sta ad indicare che la canna non era appoggiata ai piani cutanei.

    Se fosse stata a contatto non ci sarebbe stato l'effetto di rotolamento nel tramite del proiettile uscito in posizione trasversale come evidenzia il foro d'uscita. IN PAROLE POVERE: SI PUO' AZZARDARE CHE L'ARMA -QUALE CHE FOSSE- SPARO' DA UNA DISTANZA MINIMA DI 7/10 CM. E SE FOSSE STATO TENCO A FAR FUOCO AVREBBE DOVUTO ASSUMERE ( stando alla traiettoria ) POSTURE IMPROBABILI..

    Tenco era un esperto tiratore e simulare "par lui meme" un omicidio nel momento in cui si ammazzava, sembra francamente troppo. Nessuno si è accorto, inoltre, che il famoso biglietto è stato scritto in 2 MOMENTI DISTINTI e che presenta UN ERRORE D'ORTOGRAFIA tipico di chi non ha domestichezza con la lingua italiana.

    Nonostante le sicurezze del procuratore nel decidere l'archiviazione, sarà necessario indagare ancora e piu' in profondità.

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    Articolo de "Il Manifesto del Gennaio 2007"


    TG TENCO - 29 Gennaio 2007:

    manifestopm





    Edited by LaVerdeIsola - 18/2/2013, 16:41
     
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  2. johnson38
     
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    BENE BENE, SONO CONTENTO DI QUESTO POST E RINGRAZIO TANTO ALDO FEGATELLI PER AVER INIZIATO A SOLLEVARE DUBBI CON I SUOI ARTICOLI , GRAZIE A LUI LA TESI DELL'OMICIDIO STA USCENDO FUORI DAI CONFINI DELL'ISOLA, NEL SENSO CHE LUI E' UNO DEI POCHI, INSIEME A PISANI, CHE SOSTENGONO LA NOSTRA CAUSA AL DI FUORI DEL WEB.
    LA RIESUMAZIONE DELLA SALMA E' STATA UNA FARSA INUTILE, MA QUELLO CHE MI FA RABBIA E' STATO L'AVER ESEGUITO UNO SCEMPIO INUTILE AL CRANIO DI LUIGI, RIMASTO INTATTO PER TANTI ANNI ! NON SE LO MERITATAVA , COSI' LO HANNO UCCISO DUE VOLTE !
     
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  3. kirka55
     
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    Concordo con Jhonson. Potevano risparmiare a Luigi un tale scempio sulla sua bellissima persona tanto per fare una orrenda farsa!!!!!!!!! Non finirò mai di ripetere: Che schifo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
     
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  4. yaritzamendara
     
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    Ragazzi,voi avete fatto caso alla gravitá del assunto che Aldo F.Colonna,tratta nel'articolo de Il Manifesto,de gennaio 2007? :o:
    Ci sono cose molto serie che mai stato chiarito!! :unsure:
    A dire la veritá,come tante altre del Caso Tenco... :angry:

    Yaritzamendara
     
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  5. luigitenco60s
     
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    Rileggendo questi 4 articoli la riflessione mi viene spontanea: visto che il corpo è stato trovato intatto, solo un pò prosciugato, possibile che l' Ert togliendo quella benda per procedere con gli esami, non abbia visto le ferite e l'ematoma? Se c'erano 43 anni fa, visto lo stato di conservazione del corpo, c'erano anche nel 2006.

    Sono sorpreso del fatto che quelle ferite si siano rimarginate completamente e che l'ematoma sia scomparso dal viso di Luigi Tenco. Boh, forse sono il solito malpensante ma il dubbio è lecito.
     
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4 replies since 21/1/2010, 15:07   1500 views
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